Per il centocinquantesimo dell’unità d’Italia

Quo vult tendat iter quisquis, dum conscius unde.

Con la presentazione del volume La Carboneria appena stampato dalla propria casa editrice, Ar, Franco Giorgio Freda ha voluto ricordare a modo suo il 150° anniversario dell’unità d’Italia. L’incontro si è svolto oggi nei locali dell’Adel Libreria Ar, appena aperta in un palazzo e in un luogo cruciali del nostro risorgimento, palazzo de Concilij-Testa in piazza della Libertà ad Avellino, dove nel 1820 i patrioti di Lorenzo de Concilij proclamarono la prima costituzione italiana. Freda ha rievocato le vicende ottocentesche appunto ‘a modo suo’, perché della carboneria non gli interessava cogliere i sentimenti liberali e l’ottimistico utopismo, ma la disponibilità a combattere, a scrollarsi di dosso l’inerzia e la rassegnazione. “Non importa tanto la bandiera, quanto l’arma. E soprattutto chi le impugni, che deve essere persona retta, tenace, disinteressata. Bisogna avere il coraggio di gettarsi alle spalle le ideologie” – così l’editore di origini irpine ha risposto a chi pensava di vedere una contraddizione tra le sue note idee reazionarie e i ‘valori’ risorgimentali. La chiusa del discorso è stata una citazione da un testo di Friedrich Nietzsche di cui ha curato lui stesso la traduzione e l’edizione: “Avevamo sete di baleni e di azione, ci tenevamo a mille miglia dalla felicità dei deboli, dalla ‘rassegnazione’…” Del fermento risorgimentale è questo che importa cogliere a Freda: il baleno, l’azione, la volontà, l’audacia di una energica ribellione di masnadieri “voluttuosamente liberi come nibbi”.   

Avellino, 14 febbraio 2011